La Torre che non voleva stare dritta

La Torre, costruita a partire dal 1173, iniziò a inclinarsi già durante i primi anni di lavori, a causa del terreno argilloso e instabile. Invece di essere un fallimento, è diventata un capolavoro involontario, un monumento alla resilienza e alla meraviglia. Alta circa 57 metri, con i suoi sei loggiati e la sua pendenza di quasi 4 gradi, è oggi uno dei luoghi più visitati d’Italia. Salire i suoi 294 gradini è un’esperienza unica: mentre il corpo si adatta alla curvatura, lo sguardo si apre sulla città e sulla campagna toscana.

Piazza dei Miracoli: un nome che dice tutto

Ma basta allontanarsi di pochi passi per scoprire la Piazza del Duomo, meglio conosciuta come Piazza dei Miracoli: un nome coniato dal poeta Gabriele D’Annunzio, che ben descrive la sensazione di trovarsi in un luogo fuori dal tempo. Qui sorgono il Duomo romanico, il Battistero (il più grande d’Italia) e il Camposanto monumentale, un chiostro gotico che custodisce affreschi e tombe antichissime. L’armonia tra gli edifici, il bianco del marmo che contrasta con il verde del prato, e la luce che cambia durante il giorno creano un’atmosfera quasi mistica.

Pisa segreta: oltre i selfie

E poi c’è la Pisa meno nota, quella che si svela solo a chi ha voglia di andare oltre la foto “che regge la Torre con la mano”. I lungarni, con i loro palazzi color ocra e le luci che si riflettono sull’Arno, sono perfetti per una passeggiata al tramonto. Le piazze universitarie, come Piazza delle Vettovaglie, brulicano di studenti, mercatini e locali dove bere un bicchiere di vino o assaggiare la zuppa pisana, piatto povero ma ricco di sapore. E poi ci sono i musei, come il Museo delle Sinopie o il Museo Nazionale di San Matteo, che custodiscono tesori spesso ignorati dai turisti frettolosi.

Una città che vive tra passato e presente

Pisa è anche una città viva, giovane, attraversata da eventi culturali, festival e tradizioni popolari. Ogni giugno, ad esempio, si svolge il Gioco del Ponte, una rievocazione storica in cui due squadre si sfidano su un ponte tirando un enorme carrello: un mix di folklore, agonismo e spirito di appartenenza.